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Retargeting significato e differenza con Remarketing

Retargeting significato

Nella vendita online che cos’è il retargeting?
Identifichiamo come retargeting tutte quelle attività di promozione volte a invogliare gli utenti a ritornare sul tuo sito web per concludere un’azione precisa, come ad esempio un acquisto o un’iscrizione alla newsletter, precedentemente iniziata e mai terminata.

Come definizione di retargeting possiamo anche aggiungere che rappresenta una potente tattica di marketing digitale, che ti consente di tracciare chi visita il tuo sito web o la tua pagina social.

Retargeting schema
Schema degli step del Retargeting

In questa immagine sono rappresentati gli step che descrivono il retargeting:

  1. un prospect (un potenziale cliente) visita un sito internet perché è interessato a un prodotto o servizio;
  2. tramite un codice di programmazione inserito nelle pagine di quel sito, il prospect viene tracciato ed inserito in un elenco digitale non statico ma dinamico;
  3. il prospect lascia quel sito perché non è ancora convinto di comprare;
  4. in un secondo momento il prospect naviga in internet in altro sito e gli viene mostrato una specifica inserzione per motivarlo ad acquistare il prodotto visualizzato nel sito iniziale:
  5. il prospect clicca l’inserzione e ritorna nel sito iniziale per finalizzare l’acquisto.
Campagna Google Retargeting
Tramite una campagna di retargeting, il prospect che visualizza varie inserzioni per farlo tornare sul sito

1. Retargeting: perché ti fa vendere di più?

E’ stato dimostrato che i visitatori di un sito web che sono stati oggetto di una campagna di retargeting, hanno il 70% in più di probabilità di acquistare da te rispetto alla concorrenza (sorgente Wishpond).

Ecco perché nella tua strategia digitale devi affiancare l’attività normale di promozione online con una campagna retargeting.

Il motivo è molto semplice: mantenere viva la percezione del tuo marchio nella mente dell’utente ricordandogli che non ha terminato una particolare azione sul tuo sito web.

Ti sei chiesto come mai l’utente non ha concluso quell’azione?

Considera che oggi l’utente è distratto da molte attività: l’arrivo di un messaggio di WhatsApp, una chiamata al cellulare ecc.

Tutte queste distrazioni possono bloccare l’azione del tuo utente mentre è sul tuo sito internet, portandolo per la maggior parte delle volte, ad abbandonarlo.

Statistiche hanno dimostrato infatti che ben il 65-70% degli utenti mette un oggetto nel carrello e poi alla fine lo abbandona (sorgente Baymard Institute). 

Il 40-60% dei visitatori di siti aziendali ne consulta solo una pagina e il 70-75% dei visitatori di Blog fa lo stesso.

Ora possiamo farci questa domanda: il retargeting, perché è meglio farlo?

Tutti gli utenti che appartengono alle percentuali appena esposte, sono il target ideale per un’attività di retargeting, ad esempio per riportarli sul tuo sito a concludere l’azione.

E’ dimostrato che :

  • il 26% degli utenti ritornano su un sito grazie a campagne retargeting;
  • il 25% apprezza le pubblicità mirate perché ricorda i prodotti o i servizi che stava guardando in precedenza (sorgente CMO). 
In questo modo tutto questo pubblico “caldo” (che sa già chi sei perché ti ha già “visto” online o sui Social) è più propenso a compiere l’azione (vendita, iscrizione alla newsletter ecc) che non aveva concluso prima, aumentando le percentuali di successo.

2. L'obiettivo del Retargeting

Ecco un elenco dei principali obiettivi per cui si può utilizzare il retargeting:

  • acquisire nuovi clienti;
  • convertire in ordini carrelli abbandonati sul tuo sito;
  • far aumentare la percezione del tuo brand;
  • iscrizioni alla newsletter;
  • “soffiare” clienti ai competitors.

Puoi creare quindi campagne apposite per intercettare gli utenti che hanno già visitato una o più pagine del tuo sito web, la tua pagina Facebook o il tuo profilo ufficiale Instagram.

3. Come fare Retargeting

Ora che hai compreso cos’è il retargeting e quanto è strategico perseguirlo, vediamo come farlo tecnicamente.

La prima cosa che devi fare è installare sul tuo sito un codice di programmazione script chiamato Pixel.

Ogni piattaforma d’inserzioni ha il suo. Quindi devi averne uno per Facebook, per Google ADS e così via.

Per fare Facebook retargeting utilizzando il pixel, puoi seguire qui la guida ufficiale di Facebook.

Una volta che hai generato il Pixel, di qualsiasi piattaforma, devi poi inserirlo nel codice di ogni pagina del tuo sito (se non hai voglia o non sai come fare contattami che ci penso io). 

Vediamo ora un esempio di come funziona il retargeting con il Pixel di Facebook.

Quando qualcuno visita il tuo sito web ed esegue un’azione (ad es. aggiunge un prodotto nel carrello), il pixel di Facebook si attiva e registra tale azione.

In questo modo, saprai ad esempio se e quando quell’utente ha solo visitato il sito oppure se ha aggiunto un prodotto nel carrello e se ha effettivamente concluso l’acquisto.

Usando la funzione di Facebook “pubblico personalizzato”, potrai creare un’audience per proporre campagne di advertising in moda da raggiungere tutti quegli utenti che non hanno acquistato e mostrargli le tue inserzioni proprio mentre usano Facebook.

In questo modo potrai “suggerirgli” di concludere l’acquisto.

Ecco un altro esempio di retargeting: puoi mostrare un annuncio ad hoc a tutti i visitatori del tuo sito che non sono fan della tua pagina Facebook, e invogliarli a diventarlo.

Un’azione simile di retargeting si può fare anche con Google Ads tramite una campagna di retargeting adwords.

Agli utenti che hanno letto solo un articolo del tuo blog oppure una pagina specifica del tuo sito, puoi far apparire una tua inserzione quando navigano in alcuni siti (quelli che appartengono alla Rete Display di Google) o quando cercano su Google chiavi correlate alla tua attività. 

Ti è capitato di vedere in un sito un banner con l’oggetto di Amazon che avevi appena visualizzato senza acquistarlo, vero?

Immagino che tu abbia risposto di sì.

Ecco un’immagine di un esempio di retargeting display nel sito di Radio 105 che mi è capitato di vedere.

Avevo proprio visitato alla mattina il sito di Eprice per cercare una TV. Ecco perché è comparso il banner in alto.

Interessante vero?

Se decidi di utilizzare anche tu questo strumento, ti suggerisco però di stare attento alla frequenza cioè al numero di volte che fai vedere allo stesso utente lo stesso annuncio (non bombardarlo) e al contesto in cui gli annunci vengono offerti ai tuoi visitatori per non rischiare d’innervosirli.

Se lo fai  bene, il retargeting può avere un ROI (Ritorno d’Investimento) positivo e mantenere il tuo brand in primo piano nelle prime fasi del ciclo di acquisto dei tuoi attuali e futuri clienti.

Ora sai quali sono le basi per fare retargeting.

4. Remarketing significato

Ora posso avvisarti che spesse volte il retargeting viene confuso con il remarketing ma non sono la stessa cosa.

E’ giusto citarlo perché è molto simile al retargeting: il remarketing cos’è?

Remarketing definizione: si intende quell’attività che raggiunge i clienti (quindi quegli utenti che hanno già acquistato da te) ad esempio tramite l’invio di messaggi di posta elettronica o apposite inserzioni online.

5. Come fare remarketing

Ecco tre esempi di remarketing:

  • campagna di email ai clienti che hanno abbandonato il carrello con prodotti all’interno, invogliandoli a concludere l’ordine;
  • campagna remarketing Facebook proponendo ai clienti mentre usano Facebook, inserzioni che promuovono articoli correlati a quelli che hanno già acquistato;
  • google remarketing: mostrare inserzioni ai clienti su siti partner di Google con articoli simili a quelli già acquistati.

Oltre ad avere gli stessi vantaggi del retartgeting, un altro vantaggio del remarketing è quello di aumentare l’importo totale di spesa che un cliente ha esercitato nei tuoi confronti (il Lifetime Value Customer: questo mio articolo ti spiega in dettaglio cos’è e vari tecniche per aumentarlo).

Ti segnalo che uno studio dell’agenzia Marketing Sherpa specializzata ha indicato che il remarketing per essere efficiente deve essere fatto entro 60 minuti da quando il cliente ha abbandonato il carrello o ha fatto l’ordine in caso di upsell.

Se lo fai dopo un’ora, la probabilità di successo della campagna scende di ben 10 volte

Attenzione quindi al timing di esecuzione. 

6. Retargeting e remarketing: qual è la differenza principale?

A questo punto puoi dedurre che esiste una differenza tra retargeting e remarketing.

Ricordiamo che il retargeting è rivolto sia agli utenti che hanno espresso interesse per i tuoi contenuti visualizzando il tuo sito, sia agli utenti o ai clienti che hanno abbandonato il carrello.

La differenza tra retargeting e remarketing è nella strategia utilizzata: grazie ai cookie (codici che si installano sui dispositivi dei visitatori quando vanno sul sito) il primo utilizza annunci visivi sui siti e sui social (es.Facebook e Instagram), mentre per il secondo è necessario conoscere l’indirizzo email degli utenti e inviare i messaggi.

Inoltre il retargeting si concentra su quegli utenti che sono in uno step prima dell’acquisto, ma che hanno comunque espresso interesse.

Il remarketing invece è mirato verso i clienti che hanno già acquistato, sono registrati nel tuo sito e o hanno abbandonato il carrello oppure hanno già fatto l’ordine. 

Retargeting vs remarketing? Nessuno, perché sono  attività complementari.

Conclusione

Ora che conosci la differenza tra remarketing e retargeting e hai visto le statistiche che dimostrano l’efficacia del retargeting e l’importanza del remarketing, ti suggerisco di dedicarti a entrambe queste tecniche perché sicuramente ti daranno grande soddisfazione.

Se invece decidi di non farlo, perderai molte conversioni a scapito del tuo fatturato.

Se non hai tempo o voglia di dedicarti a queste attività di Digital Marketing in prima persona e hai compreso l’importanza e vuoi comunque farle, contattami sarò lieto di supportarti.

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